cosa si intende per aromaterapia?

 

L’ aromaterapia è una pratica molto antica infatti senza saperlo le casalinghe praticano la fito e l’aromaterapia ogni volta che cucinando una verdura, pensano al suo effetto benefico: ci sono tantissimi vegetali che possiedono essenze aromatiche che ci curano e non lo sappiamo. Aglio, cipolla, camomilla, chiodo di garofano, salvia, rosmarino, timo, santoreggia sono una parte delle piante che contengono le essenze aromatiche curative. Ad esempio, un infuso di camomilla è una vera e propria estrazione che permette di estrarre per mezzo dell’acqua calda le sostanze aromatiche volatili calmanti del fiore che conosciamo. Ad esempio sono note fin dai tempi antichi le proprietà antibiotiche del succo di cipolla, che veniva posto sopra le ferite come disinfettante, cicatrizzante. “Gli aromi” vengono anche designati con altri nomi come “olii essenziali”, “essenze aromatiche”, “olii eterei”. In genere sono incolori ma alcuni sono colorate tipo quella di cannella ( rossastra) camomilla (blu)  , assenzio (verde).

Gli aromi sono prodotti oleosi, volatili e odorosi, estratti dai vegetali per distillazione a vapore, per spremitura, per incisione, talvolta per separazione (con il calore o con solventi) o per enfleurage ( del grasso o dell’olio vengono posti a contatto con il vegetale fresco che estrae il profumo).

Gli olii essenziali possono essere usati con varie modalità come infusi,  decotti, per inalazioni, in bagni, in creme o altri preparati da spalmare sulla pelle. Talvolta vengono mescolati alle polveri che compongono capsule e compresse. L’olio essenziale deve essere prescritto da una persona esperta perché, soprattutto se si esagera con la dose può irritare, e dare nei casi più gravi anche sensibilizzazione che si può manifestare con forme asmatiche. (Fare attenzione all’assunzione nei bambini troppo piccoli!!!)

“ Tutto è veleno, niente è veleno” diceva  Paracelso quello che conta è la dose. Attenzione perché si possono avere disturbi tipo cefalee a causa di profumi fatti con essenze sintetiche.

Le essenze sono tossiche se usate in modo inappropriato, soprattutto devono essere di ottima qualità quando sono utilizzate a scopo curativo e non per aromatizzare i saponi o i bagno schiuma. Inoltre spesso la pianta si libera dei pesticidi attraverso la via di secrezione degli olii essenziali. Una buona essenza in genere è molto costosa. Semplicemente le essenze si distinguono dagli olii grassi, che sono fissi e macchiano il foglio di carta in modo permanente, in quanto si volatilizzano con il calore e la loro macchia scompare rapidamente dalla  carta.

Generalmente gli olii essenziali hanno una azione antisettica e antimicrobica alcune agiscono anche come antitossiche, antivirali, cicatrizzanti ed energetiche.

Chimicamente possono essere aldeidi, chetoni, esteri, terpeni, alcoli.

In questi anni, le moderne metodologie di ricerca attraverso nuove tecniche di cromatografia, ci hanno permesso di stabilire a quale composto chimico si può imputare un effetto terapeutico. Gli olii essenziali oltre ad avere un effetto terapeutico sono profumati. Ricordiamoci che  “L’essenza è per le piante ciò che l’ormone è per le ghiandole endocrine” (Jean Valnet).

L’ essenza naturale o totale si rivela assai più attiva del suo costituente principale, inoltre i costituenti inferiori in percentuale sono più attivi dei costituenti principali. Per questo effetto di sinergia ne consegue che l’essenza naturale di eucalipto è più forte dell’eucaliptolo.

L’essenza non pura e naturale non ha effetti collaterali invece un essenza non pura  e non naturale ha effetti collaterali.

Come di solito avviene in natura non si può riprodurre l’effetto di un olio essenziale mescolando i componenti chimici che lo costituiscono: non si può ricostituire l’intero conoscendo le parti perché c’è qualcosa che sfugge alle analisi che lavora nel contesto.

Nel caso degli olii essenziali la scienza  solamente aggiunge prove chimico fisiche a quanto già si conosceva ed usava nella medicina popolare.

depurazione

Primavera: le diete depurative

Con il sole di Marzo si celebra il benvenuto della Primavera preludio all’Estate: è istintivo ricordarsi che presto si riporranno gli abiti multistrati per lasciar respirare il corpo dimenticato. In questo periodo esplode il culto delle diete depurative e vengono rivisitati dalle riviste italiane i precetti basilari delle diete rigeneranti quasi parole d’ordine per arrivare adatti all’esposizione in costume del proprio corpo. Ho ritenuto necessario riassumere i principali piani di intervento per questo speciale periodo dell’anno:

  • Piano alimentare e Fitoterapia : ricordare che gli alimenti non devono solo saziare o essere gustosi ma devono anche possedere un valore biologico. I processi del metabolismo cellulare prevedono la generazione di sostanze ossidate che vengono normalmente neutralizzate dai riducenti fisiologici di cui dispone l’organismo. L’alimentazione invernale è piu’ ricca di alimenti che innalzano lo stress ossidativo  (dieta iperproteica, iperlipidica  ricca di grassi saturi) quindi in Primavera soprattutto è necessario cibarsi di cibi lasciati quanto più possibile allo stato naturale che forniscano aggiuntivi equivalenti riducenti: verdura e frutta fresca, carni magre, incrementare il consumo di pesce e legumi, alimenti fermentati tipo kefir o miso.

Per disintossicarsi possiamo prendere alcune tisane a base di Betulla, Gramigna, Solidago , Ononide, Tarassaco, Cardo. Per precisazioni vedi F.U.I. IX ed. F.N.: Specie Composta per tisana alla Betulla, alla Gramigna e al Tarassaco. Queste stesse piante possono essere consigliate in Tintura Madre, per la Betulla gemmoterapico ( anche associate 30 gtt  2-3 volte al giorno). Se coesistono anche disturbi circolatori causa aumento della temperatura consigliare un intervento preventivo a base di Aesculus h., Cupressuss s., Hamamelis  v. Vi ricordo che esistono anche formulazioni omeopatiche di varie ditte ad effetto depurativo – drenante e di prevenzione per i disturbi venosi. ( formulazioni base Hamamelis comp., Aesculus comp., Chelidonium comp. )

  • Utilizzo di sali alcalinizzanti: una situazione di stress ossidativo coincide con un deposito di cataboliti acidi nei tessuti, il cui drenaggio è favorito da miscele di sali alcalinizzanti (in commercio di varie ditte a volte associate a cartine per la lettura del pH urinario); queste miscele comunque devono esser consigliate per cure brevi in quanto  possono affaticare i reni.
  • Esercizio fisico: per attivare i processi di depurazione. Si inizia con un’ attività fisica non troppo estensiva, e soprattutto per chi riprende dopo il “ riposo invernale”, un’attività progressiva e dolce senza training che prevedano sforzi intensi ad elevata produzione di acido lattico .
  • Drenanti che attivano la funzionalità degli emuntori fisiologici( pelle, polmoni, mucose, reni principalmente) e sostengano il metabolismo: formulazioni di erbe o sostanze che attivino lo smaltimento delle tossine e la loro eliminazione, a seconda del meccanismo d’azione e per schematizzare le varie possibilità si possono dividere nelle seguenti classi.

Sostanze che intervengono nel metabolismo dei grassi , inserendosi nel turnover dei lipidi di membrana e nella composizione dei lipidi trasportati dalle lipoproteine: fosfatidil colina (lecitina), inositolo, acidi grassi insaturi da vegetali ( olio di Borragine, Enotera, semi di Lino ) e da pesce ( olii di fegato di pesce e di pesce in genere).

Formulazioni che inducono un senso di sazietà : fibre di Avena, pectine da Pompelmo e da frutta, Chitosano, Glucomannano, Guar.

Formulazioni a base di alghe: alghe monocellulari tipo Spirulina o Clorella, alghe a tallo tipo Laminaria o Fucus. Le alghe possono  anche integrare l’alimentazione quotidiana se aggiunte polverizzate dai prodotti liofilizzati in commercio. La Spirulina e la clorella sono più complete perché contengono gli enzimi della catena respiratoria (sod, catalasi) che aumentano l’ossigenazione dei tessuti e quindi il ricambio.

Preparati che aumentino la diuresi: tisane  diuretiche, prodotti a base di Gramigna, Ononide, Equiseto. The’ Verde che oltre ad essere diuretico possiede un’azione antiossidante e antitumorale.

Sostanze anoressizanti naturali: Garcinia c., Gymnema s.; queste erbe agiscono inibendo l’assorbimento di zucchero . Anche il cromo picolinato  svolge la stessa azione oltre ad inibire l’assorbimento di colesterolo.

 

Inoltre essendoci il cambio di stagione è importante sostenere il sistema nervoso con  rimedi anti stress prima di iniziare una dieta o altre cure consigliando dei prodotti a base dei classici Iperico o kawa-Kawa, Melissa, Valeriana, Passiflora spiegando che una buona predisposizione d’animo rende vincenti i successivi propositi è sempre vero che “Chi ben comincia è a metà dell’opera”!

osteoporosi miti e verità

L’argomento di oggi riguarda alcuni aspetti del processo chiamato osteporosi.

Gli “esperti” di questo campo ci bombardano costantemente provando a venderci degli ormoni sintetici, dicendoci di mangiare ogni giorno determinati alimenti o per finire di assumere un integratore di calcio.

Sono validi questi consigli?

Realmente dobbiamo assumere degli integratori di calcio e come funzionano?

Prima di tutto bisogna cominciare con la definizione ufficiale di Osteoporosi.

“Malattia caratterizzata da una densità ossea bassa e da un deterioramento della micro architettura dell’osso che comporta un aumento della  sua fragilità  e ad un conseguente aumento del rischio di fratture”. La bassa densità ossea è una delle cause della frattura ma non la causa principale, quindi non si può dire che osteoporosi equivale a frattura. Il fatto che l’osso si rompa non è dovuto solamente al diminuito spessore dell’osso ci sono anche altre cause: questo è dimostrato dalle statistiche che in America dimostrano come la maggior percentuale delle donne cui viene diagnosticata l’osteoporosi restano senza fratture fino alla fine dei loro giorni. Questa definizione ha ampliato il numero di donne e uomini che rientrano nella patologia. Infatti i parametri che definiscono una bassa densità ossea sono stati posti piuttosto alti con la conseguenza che è aumentato il numero di persone “malate”. E’ fisiologico, è normale che con il progredire dell’età la densità dell’osso diminuisca.

Il primo assioma da rivedere è dunque che:

NON TUTTE LE DONNE IN MENOPAUSA SONO A RISCHIO DI OSTEOPOROSI.

Ci sono molte culture dove la donna in menopausa è attiva e in salute fino alla fine della sua vita.

Se l’osteoporosi fosse così frequente tutte le donne del mondo sarebbero rese inabili a causa delle fratture e questo non succede. Le donne messicane vivono per 30 anni dopo la menopausa senza avere l’osteoporosi, non perdono peso e non si fratturano. Una squadra di ricercatori ha analizzato i livelli ormonali e le densità ossee di queste donne e hanno trovato che il livello di estrogeni è uguale a quello delle donne bianche americane e in alcuni casi anche più basso. I test di densità ossea dimostrano come la percentuale di perdita di osso proceda egualmente per le donne messicane come per le donne americane. Un basso livello di estrogeni, che è normale nella menopausa, non è la causa dell’osteoporosi. Risultati di ricerche recenti lo confermano. Gli studi confermano come ci siano donne che “perdono più osso” rispetto ad altre e come per alcune questo inizi precocemente. Alcuni studi che rilevano la concentrazione di calcio escreto hanno permesso di definire due categorie, quella delle donne “fast losers” cioè che perdono velocemente calcio e quella delle “normal losers” cioè con indice nella norma. Se la perdita fosse conseguente ai bassi livelli di estrogeni ci aspetteremo di avere un minor livello di ormone nelle donne con osteoporosi e questo non accade.

NON NECESSARIAMENTE BASSI LIVELLI DI ESTROGENI SONO CAUSA DI OSTEOPOROSI.

Passando ad analizzare un altro aspetto si è visto come le donne vegetariane possiedano un minor livello di estrogeni ma una più alta densità ossea delle donne che si nutrono di carne. Anche un altro ormone è implicato nell’osteoporosi: una ricerca del dottor Jerylinn Prior (Professoredi Endocrinologia all’Università Britannica Columbia) condotta su un gruppo di donne atlete conferma come compaia la malattia quando alle donne si abbassa il livello di progesterone, anche se il livello di estrogeni resta normale. Lo stesso venne confermato su donne non sportive. Queste donne avevano mestruazioni senza ovulazione quindi erano deficienti di progesterone. Altre ricerche hanno confermato come sia il progesterone maggiormente coinvolto dell’estradiolo nei processi chiave di costruzione dell’osso. Un’altra ricerca condotta su 63 donne in menopausa evidenziò come somministrando progesterone  aumentava la densità ossea ( aumento in media di un 5% ogni anno).

L’osteoporosi è quindi una malattia dovuta a molte cause e non solo ad una diminuzione di estrogeni! Senza tener presenti i molti effetti collaterali della somministrazione di estrogeni.

PERCHE’ IL PROGESTERONE PUO’ AIUTARE NELL’OSTEOPOROSI.

La ricercatrice dott. Prior ha dimostrato come ci siano dei recettori per il progesterone negli osteoblasti che inducono la deposizione di nuovo osso. (osteoblasti: cellule che rinnovano l’osso depositando nuovi cristalli di calcio; recettore: struttura molecolare cui si lega il progesterone posta sulla superficie dell’osteoblasto che segnala all’osteoblasto stesso di depositare altro osso). Gli estrogeni invece agiscono ritardando il riassorbimento di calcio da parte di altre cellule deputate invece alla demolizione cioè gli osteoclasti. I progestinici ( progesterone sintetico) possono indurre la produzione di nuovo osso ma in modo minore. A questo proposito è bene citare l’esperienza del dottor John Lee che è riuscito a far regredire l’osteoporosi in molte donne trattandole con progesterone naturale oltre che facendo seguire un programma dietetico con supplementi di minerali e vitamine e un programma di esercizio fisico.

SERVONO I SUPPLEMENTI DI CALCIO?

La paura di un insufficiente apporto di calcio è un dato di fatto per le donne che si avvicinano alla menopausa anche se non si rileva nessuna deficienza a livello “nazionale” di questo minerale. Le donne sono incoraggiate ad assumere almeno 1 grammo di calcio ogni giorno: è curioso come nelle donne delle popolazioni sotto sviluppate che non possono assumere alimenti ricchi di calcio il livello di osteoporosi sia inferiore agli standards europei e americani. La popolazione con minor livelli di malattia è quella dei Bantù africani che assumono solamente circa 170 milligrammi di calcio al giorno. Studi simili sono stati fatti nelle popolazioni di Cina, Gambia, Ceylon, Suriname, Perù e tutti confermano che c’è una bassa assunzione di calcio e anche basso indice di osteoporosi.

Ci sono studi che evidenziano come non è collegato un altro introito di calcio con una minor incidenza di osteoporosi. Inoltre i livelli di calcio nel sangue ( e quindi la quantità giornaliera adatta) sono influenzati da: livelli sierici di altri nutrienti (come consumo eccessivo di proteine, sale, grassi saturi, zucchero), uso di alcune droghe, alcol, caffeina, tabacco, livelli di esercizio fisico, esposizione alla luce solare e alle tossine ambientali, impatto dello stress, fattori in genere che deprimono l’apparato endocrino. Da qui si capisce come sia molto complessa la regolazione dei livelli di calcio.

Per esempio le ragazze che seguono una dieta ricca di carne, soft drinks, e cibi confezionati con un alto livello di fosforo, è stato provato, possiedono bassi livelli di densità ossea. L’ uso di supplementi di calcio non è provato perché non è provato anche solo  che assumere maggior quantità di calcio con la dieta possa prevenire dalle fratture. I supplementi a base di ossa, guscio di conchiglie o dolomite semplicemente non servono perché il calcio non è assorbito in queste forme ( e inoltre può contenere piombo!). L’eventuale forma migliore per assumere del calcio è sottoforma di idrossiapatite ( soprattutto se formulata con Boro).

L’UTILIZZO DI LATTE  E DI LATTICINI CI AIUTA A PREVENIRE L’OSTEOPOROSI?

Purtroppo ci sono dei dati che rivelano esattamente il contrario: i latticini contribuiscono alla perdita di osso. Le popolazioni che consumano maggior quantità di latticini sono quelle con maggior malati di osteoporosi come avviene in Scandinavia. Viceversa le popolazioni che non consumano latticini hanno i livelli più bassi di malati. Una dieta ricca di carne e latticini aumenta il rischio di osteoporosi perché rende il sangue più acido e dunque il calcio viene utilizzato ( e quindi trasportato dall’osso al sangue) per tamponare l’acidità del sangue. Così succede che il corpo sacrifica il calcio del’osso per mantenere l’equilibrio acido-base del sangue. C’è una altro problema con i latticini: contengono ormoni, pesticidi, antibiotici ed enzimi che sono noti aumentare il rischio di tumore al seno, inoltre uno studio recente sottolinea come donne che sono intolleranti al latte e si cibano di latticini sviluppino maggiormente tumori all’ovaio e infertilità. Ecco come non è facile per una donna saper discernere tra le varie terapie proposte:  perfino gli estrogeni sintetici sono carcinogeni!

COME PREVENIRE ALLORA?

Per prevenire bisogna assumere progesterone naturale, eventualmente supplementi a base di idrossiapatite o calcio citrato. E’ molto importante inoltre fare regolare esercizio fisico. E’ stato dimostrato che le donne che continuamente fanno diete dimagranti in contemporanea perdono osso.

Quindi, concludendo bisogna rivedere quello che si sa di questa malattia: non dipende dalla mancanza di estrogeni, non dipende dall’assunzione di calcio è una malattia degenerativa del nostro tempo perché abbiamo mutato le nostre abitudini alimentari e non facciamo un sufficiente esercizio fisico.

(Questo articolo è stato scritto dal dotto Gorge J. Georgiou Ph.D. è disponibile l’articolo integrale in inglese alla directory “Altenative Medicine” al sito www.worldwidehealthcenter.net, traduzione della dott. Valentina Pavan)